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1.1. HTML e siti statici

Su di un livello
I primi siti internet.

Il World Wide Web nasce dal lavoro di Tim Berners-Lee presso il CERN di Ginevra e vede praticamente la luce nel 1991 basato sul protocollo di comunicazione HTTP, sviluppato come protocollo di rete per la distribuzione di documenti scritti in HTML (Hyper Text Markup Lenguage) visualizzabili dagli utenti via browser, un programma apposito che rende il codice HTML.
Originariamente consisteva in una serie di documenti usati dagli scienziati e dai ricercatori per condividere idee e informazioni. Mano a mano che sempre più utenti iniziarono ad usare la rete si sviluppò la necessità di interagire con questi documenti ma il modello operativo originario consisteva in un server Web che non faceva altro che fornire, su richiesta, i vari documenti.
Con questo sistema, senza un esplicito intervento del programmatore, i contenuti delle pagine non cambiavano mai, questo rendeva le informazioni ivi contenute difficilmente riutilizzabili e decisamente poco flessibili oltre che assai onerose da tenere aggiornate.
HTTP infatti è un semplice protocollo con comandi elementari di richiesta e risposta, dove un browser dopo aver inviato al server la richiesta di un determinato documento attraverso il comando GET si vede restituire dal server sotto forma di codice HTML il documento specifico che rende sullo schermo dell'utente.
Tuttavia nel corso del tempo è diventato evidente che l'HTML aveva alcuni limiti intrinseci che impedivano agli sviluppatori di sfruttare appieno le potenzialità del medium sul quale veniva utilizzato; il più grosso di questi si è dimostrato essere la commistione fra elementi di presentazione, cioè come devono essere disposti i vari componenti di una pagina, ed elementi di strutturazione, ovvero com'è organizzata logicamente una pagina.
Con l'introduzione dei fogli di stile o CSS questa contraddizione si è fortemente attenuata e con l'uso di passaggi intermedi per la generazione di codice HTML, la triplice XML-DTD-CSS, è ormai possibile presentare le stesse informazioni per “viste” diverse a seconda del device o della versione del software che le richiedono, quindi viste solo testo per browser testuali o lettori braille, versioni semplificate per la stampa o apposite per palmari, cellulari ecc.
Tuttavia rimane il fatto che le informazioni non possono essere utilizzate contemporaneamente in contesti diversi e che è quindi molto difficile e costoso tenere traccia delle duplicazioni, tenere tutte le parti di un sito aggiornato, presentare nelle varie sezioni contenuti che siano coerenti fra di loro, provvedere a mantenere attivi i link senza lasciarne di obsoleti.
Nella mente degli sviluppatori ha cominciato a farsi strada l'idea che se i contenuti (le informazioni) fossero stati del tutto indipendenti dalla disposizione sia visiva che logica all'interno delle pagine di un sito e richiamabili a piacere tramite richieste specifiche, per venire poi strutturati e impaginati prima dell'invio al browser che ne aveva fatto richiesta, sarebbe diventato molto più semplice la gestione delle grosse moli di dati che si stavano creando, sia abbassando i costi di gestione e manutenzione, sia rendendo più efficienti i sistemi con cui si rendevano accessibili le informazioni agli utenti di internet.

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